B di Beauté

Baudelaire/Boldini/Bellandi

 

Modernità e bellezza sono i temi della nuova mostra del patrimonio artistico del Gruppo Unipol. Grazie al prestito di un'opera di Giovanni Boldini (courtesy Bottegantica, Milano) e alle opere del Patrimonio di Luca Bellandi, integrate con le sue più recenti produzioni, si ricordano i 200 anni della nascita del poeta della modernità, Charles Baudelaire

​Rileggere Le Peintre de la vie moderne a 200 anni dalla nascita del suo autore, Charles Baudelaire, sorprende per la modernità e l'attualità delle idee del poeta francese. Il testo, pubblicato nel 1863, rappresenta l'occasione di esprimere le proprie posizioni sulla produzione artistica del suo tempo. L'autore si concentra in particolare sui concetti di modernità e bellezza, a suo avviso gli elementi cardine da applicare e ricercare nella creazione artistica - nello specifico pittorica.  Il dettaglio contingente, il segno della propria epoca, rappresenta infatti secondo Baudelaire l'elemento che solo può rendere un'opera d'arte moderna degna di divenire antica, che legittima quindi il suo elemento universale: "La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell'arte, la cui altra metà è l'eterno e l'immutabile."

Questa nozione di un ideale di bellezza in stretto legame con la modernità ha ispirato il dialogo tra Giovanni Boldini e il suo Ritratto di Lady Nanne Schrader e un gruppo di opere dell'artista livornese Luca Bellandi presentati in mostra. 

“Nella poetica di Baudelaire, così come in quella di Boldini e Bellandi, l'abito non è più accessorio, ma l'elemento che definisce colei che lo indossa, diviene parte di lei, si fonde con la sua personalità, contribuendo a rendere la donna un ideale di bellezza, definendola sia in maniera contingente che universale." […] “L'abito ricorda che la bellezza è destinata a perdersi e che porta sempre in sé gli elementi della sua caducità. È il simbolo di un estetismo conscio della condizione passeggera della bellezza e dello stretto legame che questa ha con la morte." 

 

(Dal testo in catalogo di Alice Ensabella)